La Voce di Romagna, 14 settembre 2012
Nel centro di Urbino, a cento metri
dalla Casa di Raffaello, c'è una chiesa piccola, la cui facciata si confonde
con quelle dei palazzi contigui. È la Chiesa di Santo Spirito. Fino a non molto
tempo fa c'era una messa feriale, a ora tarda, poi, morto l'ennesimo prete
ottuagenario non rimpiazzato a causa del calo delle vocazioni, la messa è stata
abolita. Dopo qualche anno, la svolta. Non so per iniziativa di chi, sta di
fatto che la Chiesa di Santo Spirito si è aperta all'adorazione perpetua.
Sì, avete letto bene: adorazione
perpetua. Cioè la cosa più folle e più santa che si può immaginare. Più folle -
nel senso che, per chi non crede, per chi vede le cose solo con gli occhi della
carne, si tratta di passare del tempo - ore - a guardare un pezzo di pane. Più
santa - nel senso che per chi vede le cose non solo con gli occhi di carne ma
anche con gli occhi della fede, si tratta di contemplare adoranti Dio stesso sotto
le apparenze di un pezzo di pane. Dio stesso, il creatore di questo nostro
mondo, colui che lo regge nell'esistenza, l'immenso, il perfetto, lo stesso che
ci ha salvati uno ad uno con la sua morte e resurrezione. Dio.
Adorazione - significa contemplare
stupiti il fatto meraviglioso di questo Dio che non è rimasto in cielo, ma si è
fatto uno di noi, ha assunto una natura umana. Di più: significa contemplare
questo atto di amore stupefacente per cui Dio, l'infinito, si è reso vicino
all'uomo di tutti i tempi prendendo le fattezze non di un uomo, ma addirittura
di una cosa, un pezzo di pane.
E l'aggettivo "perpetua"
sta a indicare che notte e giorno, H24 - come si dice oggi - davanti a quel Dio
in forma di ostia, c'è qualcuno. Minima organizzazione, tabellone con post-it,
e soprattutto tanti volontari disposti a passare almeno un'ora a parlare con
Dio, a guardare, contemplare, pregare Dio. Anche alle 11 di sera, anche alle 4
di notte: sempre.
Follia, follia! Per qual motivo svegliarsi alle 3 e 1/2, nel
pieno della notte, lavarsi gli occhi, vestirsi e uscire di casa per andare
un'ora a Santo Spirito? Per fare compagnia a Colui che è morto per me,
anzitutto. Per riconoscenza, per parlare con Lui da solo a solo, per
chiedergli cose, confidargli gioie e dolori, raccontargli delle nostre piccole
lotte interiori, delle sconfitte e delle vittorie sul nostro pessimo carattere,
per affidargli la figlia di quell'amica che ha qualche problema, il marito di
quell'altra che la vuole lasciare, le mille vicende positive e negative della
nostra vita misera e bella... E per contemplare la vita che ci aspetta nel seno
di Dio, per cercare di strappare a quel Dio fatto pezzo di pane qualche segreto
incomunicabile.
Do un'occhiata al tabellone di
questi che si autodefiniscono "adoratori turnisti". Non c'è un buco
libero, non c'è un'ora disponibile. Anzi, su diverse ore ci sono più nomi. E
sono nomi di laici, di persone comuni, che la mattina si devono alzare per
andare a lavorare. Vedo solo il nome di un prete - tale d. Michele - e di una
suora, ma su 168 ore settimanali si saranno accaparrati 3 o 4 ore in tutto; il
resto è appannaggio di gente come me e te. Riconosco addirittura il nome di
qualche collega universitario (Urbino è piccola, si sa...).
La cosa è più che logica. Una volta
ri-scoperta con il Concilio Vaticano II la chiamata universale alla santità di
ogni cristiano, è ovvio che si smonti da sé l'artificiale e ipocrita divisione
tra gli specialisti del sacro – preti e suore – e un popolo di fedeli, per così
dire, di serie B. No, la Chiesa di Santo Spirito in Urbino, e non è la sola, è
lì a testimoniare che il compito che un tempo veniva riservato in esclusiva ai
tanti "Ordini religiosi eucaristici" (in particolar modo femminili),
ora se lo prendono sulle spalle anche i laici, soprattutto i laici. I quali, se
vogliono vivere una vita cristiana degna di questo nome, lì, a quella
Eucaristia, vanno ad attingere forza e chiarezza. Anche alle 4 di notte.
Sia adorato ogni momento il SS Sacramento .
RispondiEliminaOggi e sempre sia lodato nostro Dio Sacramentato.